Adolescenti da brivido by Pierre Coslin

Adolescenti da brivido by Pierre Coslin

autore:Pierre Coslin [Coslin, Pierre]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Armando Editore
pubblicato: 2024-01-12T23:00:00+00:00


Le periferie della violenza

Dagli anni ’80, il tema delle violenze nelle periferie suscita l’interesse di un pubblico sempre più vasto, e si impone come un vero e proprio problema sociale. I media, i politici e i ricercatori si interrogano su questi quartieri difficili che concentrano la maggior parte dei problemi della società: disoccupazione, immigrazione clandestina, esclusione, fallimento scolastico, delinquenza, mercato nero, violenza collettiva… Sembra definirsi un consenso sull’esistenza di un trittico che associa le periferie, i giovani e la violenza. All’origine c’erano i sobborghi, con costruzioni edificate fuori dalle mura cittadine. Poi questi sobborghi presero il nome di “periferie”, per indicare che esse si collocavano su una determinata parte di territorio sotto l’autorità cittadina91. Queste periferie, oggi, sono evidentemente autonome, fatte di quartieri di una certa omogeneità. Tali agglomerati sono diversificati: alcuni sono ricchi e ospitano poche case popolari, altri raggruppano abitanti in condizioni di grande precarietà, spesso giunti a seguito di un’immigrazione regolare o clandestina.

Le condizioni di vita al loro interno, in particolare le condizioni degli immobili, sono lungi dall’essere soddisfacenti: in simili periferie si assiste a una crescita illimitata degli spazi edificati, alla costruzione di un tipo di abitazioni “adattate” alla domanda dei più poveri, al mantenimento di baracche e alla costruzione di palazzi con appartamenti a buon mercato. Questo tipo di centro abitato ha rinforzato la segregazione di alcune categorie sociali, concentrando in uno stesso luogo abitazioni degradate e proprietari non proprio tagliati per la manutenzione. Alcuni grandi agglomerati della periferia parigina contano così migliaia di abitazioni e ospitano circa il 50% dei giovani minori di 20 anni – contro il 27% nell’Île-de-France – e più dell’80% dei lavoratori dipendenti e operai. Il tasso di disoccupazione vi è considerevolmente elevato e la popolazione di origine straniera è tre o quattro volte superiore alla media nazionale. Il tutto conduce a rivalità e a scontri fra bande che reclamano la propria appartenenza a una città, a un quartiere o a un gruppo etnico, come già constatava Beaujeu-Garnier nel 1995.

Dagli “apaches” dell’inizio del XX secolo agli “zulu” degli anni ’90, passando per i “giubbotti neri” degli anni ’60, le bande continuano a essere considerate come devianti e come una minaccia per l’ordine pubblico. Il raggruppamento dei giovani all’interno di esse risponde a un bisogno di socialità giovanile e contribuisce alla loro costruzione identitaria. Questi raggruppamenti non sono, è vero, sempre violenti. Spesso di tratta di comitive di amici che si riuniscono per chiacchierare, divertirsi o fare sport. Si tratta di passare del tempo insieme, non di organizzare dei crimini. Eppure, le passeggiate sotto casa o per strada sono percepite come fattori che generano un clima di insicurezza, anche se i giovani che hanno comportamenti realmente problematici – manifestando violenze verbali e fisiche – costituiscono solo il 10% della popolazione giovanile maschile di questi quartieri, notano sociologici come Mucchielli o Sauvadet.

Alcuni gruppi di giovani, tuttavia, creano disagi nelle periferie a causa delle loro aggressioni e delle loro inciviltà, e tre aspetti fondamentali li caratterizzano: sono gruppi spesso costituiti da figli



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.